Ormai gli eventi in Italia dedicati al Giappone sono sempre più numerosi, sono tante le occasioni per scoprire e approfondire i diversi aspetti culturali di questo paese e per sentirlo un po’ più vicino. Per chi poi è stato in Giappone, questi rappresentano un vero e proprio balsamo per lenire un po’ il nostro mal di Giappone (o come la chiamo io, SDGP, Sindrome da Giappone Perduto!).
Roma da questo punto di vista negli ultimi anni è stata decisamente molto più attiva rispetto almeno a qualche anno fa, e non posso che esserne sinceramente felice, come dimostrano le ultime mostre dedicate a Hiroshige e Hokusai, nonché le diverse attività dell’Istituto giapponese di cultura che riscuotono sempre molto successo.
Dunque, per chi è a Roma e vuole approfittare delle ferie natalizie per godersi un po’ di Giappone, vi consiglio 3 mostre che sono visitabili fino a gennaio, e che vi consiglio di non perdere assolutamente!
KIMONO, OVVERO L’ARTE DI INDOSSAR STORIE
Istituto giapponese di cultura in Roma – Via Antonio Gramsci, 74
Fino al 19 gennaio 2019
Ingresso libero
Orario: lunedì-venerdì 9.00-12.30/13.30-18.30
mercoledì fino alle 17.00; sabato 9.30-13.00
L’abito fa il monaco, il bambino, il giapponese, il fiore, come spiegano le quattro sezioni della mostra, ispirate a religione, infanzia, tradizione e natura, che vanno dipanando intrecci narrativi e icone su tessuto. Dalla collezione privata Manavello, in collaborazione con il Museo delle Civiltà di Roma, una selezione di pregiati kimono uomo/donna/bambino della prima metà del secolo scorso mostra risvolti (sociali), strascichi (antropologici) e storie, tessute, ricamate, tinte in filo e in capo, accompagnate da ikebana, bambole aquiloni e tutto il bello che c’è.
Lydia Manavello:
Il kimono ha costituito, sin dagli albori della propria origine, una sorta di foglio su cui la Storia e le scelte estetiche dell’uomo, determinate da innumerevoli fattori, hanno scritto e “disegnato” gli effetti dell’evoluzione della società. Essi rappresentano pertanto un’icona culturale paragonabile ad una “fotografia istantanea” di ogni epoca. La collezione Manavello comincia a prendere forma una quindicina di anni fa da una profonda passione per il Giappone e per la sua raffinatissima cultura. Ne ho intrapreso lo studio fortemente attratta dalle arti applicate, in modo particolare dai tessuti, ed altrettanto fortemente motivata ad approfondirne la conoscenza, focalizzando la mia attenzione sugli abiti ed affiancando a questa l’acquisizione di un primo nucleo di kimono di inizio Novecento…In una prima fase ho rivolto la mia attenzione a pregiati pezzi legati ad antichi metodi di lavoro e a minute fantasie: si tratta in prevalenza di abiti realizzati per una clientela di alto livello che richiede lussuose stoffe di seta tessute a telaio o decorate a mano da artisti e da abili artigiani. Successivamente mi sono avvicinata all’indagine dei kimono ascrivibili al primo quarantennio del Novecento, nei cui patterns, oltre ai soggetti classici sovente rivisitati in chiave moderna (i cosiddetti kimono Taisho Roman), sono presenti curiosi riferimenti a fatti di cronaca contemporanea o sorprendenti relazioni con la coeva pittura ed arte occidentali, cui il Giappone guardò con considerevole interesse soprattutto negli anni fra le due guerre. Ne sono una testimonianza, ad esempio, il piccolo kimono da bambino che richiama l’episodio bellico fra Giappone e Cina del Manchukuo (1932) o l’appariscente kimono da donna a sfondo viola, in cui l’acceso contrasto cromatico fra il fondo e le foglie e la dimensione gigantesca del motivo decorativo ricordano le estrose soluzioni dell’Art Decò.
Gli abiti si fanno manifesto e racconto della storia di un paese e del suo popolo. E i kimono selezionati, tutti risalenti a primi anni del Novecento, realizzati in stile Meisen, ci mostrano appunto l’evoluzione del Giappone, nei suoi aspetti più tradizionali e in quelli moderni. Tessuti che divetano veicolo di messaggi ed emozioni.
Frutto del grande cambiamento nella produzione tessile e nella estetica stessa della società giapponese, questi kimono raccontano la vitalità, l’ironia, la creatività di un nuovo Giappone che però non dimentica l’attaccamento ai temi più intimamente legati alla cultura tradizionale.
Sono quattro le sezioni in cui è articolata la mostra, le storie del Giappone e dei giapponesi passano anche attraverso l’abbigliamento: religione, natura, infanzia e tradizione, ecco cosa incarnano i kimono selezionati. E ad accompagnare i kimono, altri aspetti della cultura giapponese: trottole e aquiloni dal Giappone nella sezione dedicata ai bambini, e Ikebana nella sezione dedicata ai fiori, dove sono esposti ikebana realizzati a rotazione dalle diverse scuole: Ikenobo, Ohara e Sogetsu.
GEISHA – L’ARTE, LA PERSONA
Museo delle Civiltà – Piazza Guglielmo Marconi (EUR)
fino al 13 gennaio 2019
Costo biglietto: intero 10,00 €, ridotto 5,00 €
Orario: martedì-domenica 8:00-19:00
C’è un sottile filo che collega la mostra Kimono, ovvero l’arte di indossare storie, con la mostra Geisha – l’arte, la persona, in esposizione presso il Muciv, Museo delle Civiltà.
Qui sono esposti alcuni preziosi oggetti collezionati da Vincenzo Ragusa, scultore palermitano, durante il suo soggiorno in Giappone, tra il 1876 e il 1882, dove si recò per insegnare scultura occidentale alla Kobu Bijutsu Gakko, la prima scuola statale di Belle Arti in Giappone.
Lo scultore fu tra i primi “ambasciatori” della cultura italiana in Giappone e, al ritorno dal Paese del Sol Levante, si fece portavoce della cultura giapponese in Italia.
La collezione raccolta Ragusa rappresenta il nucleo fondamentale, per la ricchezza e la varietà dei materiali costitutivi, del fondo asiatico del museo preistorico etnografico: affascinato dalla produzione artistica e artigianale giapponese avviò la formazione di una collezione unica nel suo genere. La raccolta, infatti, avrebbe dovuto rappresentare una sorta di compendio etnografico della cultura giapponese a Palermo dove, una volta ritornato in patria, Ragusa intendeva fondare una scuola-museo in cui insegnare ciò che aveva appreso durante il suo soggiorno in Giappone.
Alcuni dei kimono della collezione esposti, databili all’epoca Edo (1600-1867), costituiscono raffinati esempi di tecniche di fattura e motivi decorativi tradizionali, che è particolarmente interessante confrontare con i kimono in esposizione presso l’Istituto Giapponese di Cultura.
La mostra inoltre è accompagnata dall’esposizione delle fotografie di Fabrizio e Federico Bonifazi, realizzate principalmente nel quartiere di Gion a Kyoto, dove viene affrontato il tema della geisha nel Giappone di oggi. Tra moderne insegne al neon e luci delle auto si può ancora percepire un’atmosfera antica che le immagini hanno colto in pieno mostrandoci l’iconica figura delle geisha attuali, mentre camminano, sorridono o scendono da un taxi anziché da un tradizionale risciò (jinrikisha).
GIAPPONE A COLORI: viaggio tra i libri giapponesi per ragazzi
Palazzo delle Esposizioni – ingresso da Via Milano 15/17
Fino al 6 gennaio
Ingresso libero
Nihon no Ehon: Libri dal Giappone
Bookstore
Palazzo delle Esposizioni
Orario: domenica e martedì-giovedì 10.00-20.00
venerdì e sabato 10.00-22.30
Mukashi Mukashi: c’era una volta in Giappone
Forum Palazzo delle Esposizioni
Orario: martedì e giovedì 14.30-17.30
sabato e domenica 10.00-20.00
Due mostre, laboratori ed eventi speciali alla scoperta dei libri giapponesi per l’infanzia, realizzati con il sostegno dell’Ambasciata del Giappone in Italia.
Presso la libreria è possibile ammirare la mostra Nihon no Ehon – Libri dal Giappone con una selezione di 50 libri illustrati per bambini pubblicati negli ultimi cinque anni: racconti da leggere attraverso le immagini. La mostra, a cura di Yukiko Hiromatsu e Yasuko Doi, è organizzata dall’Ambasciata del Giappone in Italia e dal Japanese Board on Books for Young People (JBBY) in occasione del 150esimo anniversario di relazione diplomatica tra l’Italia e il Giappone, ed è accompagnata dal racconto dei luoghi dedicati al libro in Giappone.
Al Forum invece sono in esposizione le tavole originali del libro Mukashi Mukashi. C’era una volta in Giappone, nato dalla collaborazione tra Fondazione Štěpan Zavřel e Franco Cosimo Panini in occasione della 35esima edizione della mostra Le immagini della fantasia a Sarmede. Le immagini più belle e suggestive di illustratori giapponesi, come Susumu Fujimoto, Kotimi, Junko Nakamura e Satoe Tone, e italiani, come Mara Cozzolino, Philip Giordano, Simone Rea e Valeria Petrone danno forma alle più belle fiabe della tradizione nipponica, riscritte dalla penna di Giusi Quarenghi.
Una serie di eventi speciali arricchisce il viaggio attraverso il Giappone, i suoi miti e i suoi riti, vi segnalo gli appuntamenti di dicembre e gennaio:
LABORATORI PER SCUOLE E FAMIGLIE:
Pollicino va in Giappone: un viaggio tra i libri e le fiabe giapponesi per scoprire differenze e punti di contatto tra culture lontane.
Famiglie, bambini 3>6 anni: ogni domenica 11.00-13.00 (€ 8,00 per bambino); prenotazione 06 39967500
Scuole infanzia e primaria: martedì-venerdì 10.00-11.30 (€ 80,00 per gruppo); prenotazione obbligatoria 848 08 20 08
EVENTI SPECIALI:
UNA STANZA A POIS
laboratorio per bambini e ragazzi con l’illustratrice Ellen Weinstein
Un laboratorio per ricreare il mondo a pois dell’artista giapponese Yayoi Kusama, in collaborazione con la casa editrice Fatatrac. [Bambini da 5 anni in su]
YŌKAI, MOSTRI E SPIRITI GIAPPONESI
laboratorio per bambini e ragazzi con Ayami Moriizumi
Un’occasione per trascorrere la Befana con gli Yōkai, mostri, demoni e spiriti che ancora oggi abitano le foreste e le montagne giapponesi a partire dalle carte Memory pubblicate da Else edizioni. [Bambini da 5 anni in su]
Insomma, come potete vedere ci sono ottime occasioni per assaporare un po’ di Giappone a Roma, non perdete questa opportunità!