Endocosmo Maraini: il Giappone di Fosco Maraini

“Il Giappone per me non è più una cosa che si prenda o si lasci;

è una frazione del sangue, un’esistenza delle selve interiori”

 Fosco Maraini.

Tante vite in una sola: questo è il primo pensiero che mi affiora quando penso a Fosco Maraini e alla sua storia. Tutti gli amanti del Giappone, yamatologi hanno dovuto prima o poi confrontarsi con colui che di fatto ha dato vita agli studi giapponesi in Italia. Viaggiatore, antropologo, etnologo, fotografo, scrittore, professore e orientalista. Il mondo di Fosco Maraini è talmente variegato che è impossibile racchiuderlo in un’unica definizione.

Dal 15 giugno fino al 20 ottobre presso l‘Istituto giapponese di cultura in Roma è possibile scoprire il Giappone di Fosco Maraini nella mostra Endocosmo Maraini, curata dalle nipoti Nour Melehi e Mujah Maraini Melehi, che permette di scorrere la storia di questa famiglia, e del loro rapporto col Giappone.

Proprio nel 2018 ricorre l’anniversario del suo primo viaggio in Giappone, quando ottenne una borsa dalla Kokusai Gakuyu Kai per studiare gli Ainu all’Università Imperiale di Sapporo, in Hokkaido.

Nel 1938 Maraini partiva con la moglie Topazia Alliata e la primogenita Dacia alla volta del Giappone, in un periodo di profonda trasformazione per l’Europa, su cui incombono gli spettri del Fascismo e del Nazismo. Dopo un lungo viaggio in nave iniziato a ottobre, raggiunsero Sapporo a metà dicembre.

ENDOCOSMO MARAINI

il giappone di fosco maraini

a cura di Nour Melehi e Mujah Maraini-Melehi

15 giugno > 20 ottobre 2018 

Geisha, Tokyo, 1985 Fosco Maraini/Archivio Privato

La mostra Endocosmo Maraini ripercorre visivamente l’esperienza umana ed estetica di Fosco Maraini in Giappone, proponendo una selezione di oltre quaranta fotografie (bianco/nero e colore) provenienti dall’archivio privato della famiglia e dagli Archivi Alinari, che gestiscono il patrimonio fotografico di Fosco Maraini.

La mostra si compone di 5 sezioni:

1. Endocosmi famigliari, esocosmi storici 1938-1946

2. Diario dal Giappone 1938-1946

3. L’antropologia del Citluvit. Gli Ainu di Hokkaido 1939 e 1954

4. La bellezza carpìta all’Empresente 1953 – anni ’80

5. Vieusseux-Asia e la ‘Stanza-Mondo’

Sul treno per Matsumoto, 1940 Archivio Privato

 

“La presenza del Giappone nel mondo moderno ci riporta ai fondamenti ultimi delle cose – umane e divine, sublunari e celesti, individuali e collettive. Il Giappone è un grande elettroshock.

Ci fa capire come la civiltà moderna, quella che identifichiamo con la civiltà tout-court, possa avere versioni differenti, schemi alternativi. Il modello occidentale di civiltà moderna, che appare dominante sotto differenti regimi politici in Europa, in America, in Russia e in altre parti del mondo, risulta essere solo una delle diverse possibilità. Il Giappone apre i nostri orizzonti mentali, allo stesso modo in cui l’invenzione di princìpi non euclidei da parte di Minkowski e Lobačevskij aprì nuovi mondi spaziali e geometrici prima dell’avvento della fisica moderna. Il Giappone rende possibile una sociologia non euclidea, un’economia non euclidea, una cultura non euclidea.

Il Giappone è una lezione di umiltà storica e nel contempo un potente radar focalizzato sugli intimi meccanismi dell’uomo e delle sue civiltà. Osservando attentamente il Giappone, impariamo non solo a conoscere una parte del mondo o una cultura a noi familiari, ma apprendiamo anche qualcosa su noi stessi. I confronti mettono le ali allo sguardo; ci innalzano nello spazio e ci permettono di osservare il pianeta Terra da una nuova distanza, da una prospettiva che consente di osservare situazioni e posizioni attraverso lunghezze d’onda rivelatrici. Se il Giappone non esistesse, bisognerebbe inventarlo urgentemente.”

Fosco Maraini, Giappone Mandala

La famiglia Maraini visse a Sapporo dal 1938 al 1941, dove Fosco era immerso nella ricerca e raccolta di documentazione sugli Ainu. In seguito si erano trasferiti a Kyoto, dove Fosco insegnata italiano all’Università; ma in seguito al Trattato tra Italia, Germania e Giappone e lo scoppiare della guerra, la situazione era profondamente mutata: dopo l’8 settembre del 1943, agli italiani residenti in Giappone fu chiesto di firmare a favore di Mussolini e della Repubblica di Salò, alleati del Giappone. Fosco e Topazia rifiutarono, quindi il 9 settembre 1943 scattò l’arresto domiciliare per la famiglia. Finita la guerra, il 15 febbraio 1946 la famiglia Maraini fu rimpatriata, salpando da Yokohama.

Pescatrice Ama di Hekura, 1954
Fosco Maraini/Proprietà Gabinetto Vieusseux © Fratelli Alinari

Nel 1953 Fosco Maraini fece ritorno in Giappone dove si trattenne per svariati mesi. Nel corso del suo soggiorno visitò in lungo e in largo un paese in piena ripresa e mutazione, oltre a tornare nei luoghi in cui aveva vissuto, cogliendo l’occasione per rappresentare fotograficamente una nuova realtà e girare una serie di documentari antropologici (in particolare sugli Ainu di Hokkaido, le Ama di Hèkura, sulla città di Tokyo). Dalle tante note prese allora nascerà il libro ‘Ore Giapponesi’, edito nel 1957 e tradotto in numerose lingue. Nel corso di questo e di successivi soggiorni approfondì le sue ricerche su arte, cultura e storia del Giappone, ne scrisse in numerosi saggi e testi pubblicati in Italia e all’estero. Nel libro ‘Japan. Patterns of Continuity’, edito a Tokyo nel 1971, analizzava l’universo di pensiero e cultura alle rad ingresso liberoici d’una società che riusciva a mantenere le sue tradizioni pur nella più compiuta modernità.

Nel contempo, prima al St. Antony’s College di Oxford (1960-1962) poi all’Università di Firenze (1972-1982) insegnò lingua e cultura giapponese, e nel 1973, varò a Firenze, con un gruppo di studiosi e specialisti, il progetto Aistugia (Associazione Italiana per gli Studi Giapponesi). Pur risiedendo più stabilmente a Firenze, ulteriori nuovi viaggi e soggiorni in Giappone, e un poliedrico lavoro che coniugava ricerca, scrittura, pubblicazioni, fotografie, ma non solo, accompagnò lungo gli anni la sua appassionata produzione di yamatologo, ovvero di studioso del Giappone. (Toni Maraini)

Informazioni utili

Orari

lun-ven 9.00-12.30/13.30-18.30 merc fino alle 17.30 sab 9.30-13.00
luglio: lun – ven 9.00-12.30/13.00-16.30 chiuso lunedì 16 luglio e 24 settembre, e agosto

Ingresso libero

Istituto Giapponese di Cultura
via Antonio Gramsci 74 00197 Roma
info: 06 3224754 www.jfroma.it 

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