Mi sono appena resa conto di come novembre mi sia letteralmente scivolato via tra le mani, manca solo un mese a Natale, e io sono indietro su tutto. Tra le bozze giacciono diversi articoli che vorrei pubblicare al più presto, e spero di farcela entro la fine dell’anno (si accettano scommesse!), intanto ne approfitto del poco tempo libero che mi resta per raccontarvi la mia 2 giorni a Milano. Chi mi segue su Twitter e Instagram avrà infatti notato la mia fugace apparizione nella città meneghina verso metà mese. Approfittando una buona offerta su Italo, e di un marito desideroso di andare all’EICMA, ci siamo imbarcati per questo week-end piuttosto intenso a Milano, dove ho potuto finalmente visitare l’interessante mostra dedicata a Kuniyoshi, e ho avuto modo di scoprire alcuni deliziosi angoli di Giappone in questa città. Sapete bene quanto amo raccontarvi del mio Giappone a Roma (a proposito, a breve ho intenzione di parlarvi di un ristorante che ha aperto da poco e che è stata davvero una piacevole scoperta!), quindi quando sono in trasferta non posso proprio esimermi dal ricercare angoli e spunti del mio amato Giappone. Ero stata a Milano l’anno scorso per la meravigliosa mostra dedicata a Hokusai, Hiroshige e Utamaro (ricordate? Ve ne ho parlato qua), ma non avevo avuto modo di fare molto altro perché, be’ ero incinta, ai primi mesi e soffrivo di nausee perenni (tanto da sentirmi male sul treno di ritorno, ma questa è un’altra triste storia!). Stavolta invece, approfittando del tempo che avevo a disposizione, mi sono dedicata oltre che alla mostra su Kuniyoshi, anche alla scoperta di un paio di locali che erano nella mia wish list di luoghi da visitare già dall’anno scorso, ma ve ne parlerò più avanti nel post. Procediamo con ordine.
Kuniyoshi. Il visionario del mondo fluttuante
Una mostra che non posso fare a meno di consigliarvi, per scoprire un artista del mondo dell’ukiyo-e decisamente poco conosciuto in Italia. La mostra è organizzata presso il Museo della Permanente ed è visitabile fino al 28 gennaio (Trovate tutti i riferimenti qui: www.kuniyoshimilano.it). Si tratta di un’occasione unica per poter ammirare le xilografie policrome di Utagawa Kuniyoshi (1797-1861), esposte per la prima volta in Italia.
Utagawa Kuniyoshi è uno dei grandi protagonisti dell’ukiyo-e di inizio Ottocento formatosi sotto il maestro Utagawa Toyokuni. Ammirando le sue opere si percepisce in maniera abbastanza chiara quanto Kuniyoshi si differenzi nettamente dai più celebri Hokusai e Hiroshige, questo grazie alle sue immagini barocche, così ricche di vita, colorate, fantasiose e piene di dettagli minuziosi immersi in mondi bizzarri e con personaggi mastodontici. Le sue immagini sono “piene”, la scena illustrata riempie completamente lo spazio e ci permette quasi di immergerci in essa. La sua abilità lo ha portato inoltre a sperimentare nuove tecniche, attingendo a piene mani dalla pittura occidentale fino a imitare la resa dell’incisione da lastra di rame anziché da matrice in legno. La sua fama è legata in particolare modo alla serie di xilografie policrome che illustrano i 108 eroi del romanzo Suikoden, un best seller in Cina e in Giappone alla fine del Settecento, con il suo immaginario di una banda di briganti che si muovevano a difesa del popolo stremato dalle ingiustizie e dalla corruzione governativa. Personalità violente, potenti, armati, dai corpi muscolosi e coperti di tatuaggi: è proprio con Kuniyoshi che si afferma il genere delle stampe di guerrieri (musha-e).
Kuniyoshi si dedica anche ai temi tradizionali dell’ukiyo-e, come i ritratti di belle donne e di attori kabuki, ma ampio spazio è lasciato anche alle immagini di fantasmi, altro genere amatissimo in Giappone, per non parlare dei giochi illusionistici e parodie di storie e battaglie con protagonisti animali, oggetti, dolci, cibi: opere ironiche e umoristiche che nessun altro artista è stato in grado di realizzare con la sua stessa maestria.
La mostra si divide in cinque sezioni. Le prime due sono sicuramente quelle più strettamente legati ai temi tradizionali dell’ukiyo-e: la prima è infatti dedicata all’universo femminile, con la rappresentazione di cortigiane e geisha, ma anche donne comuni colte nelle loro attività quotidiane. La seconda invece è dedicata ai paesaggi e alle vedute. Ma è con la terza sezione, che è anche la più ampia, che ci immergiamo completamente nel mondo visionario di Kuniyoshi: la sezione è infatti dedicata a miti, eroi e guerrieri, con una sottosezione dedicata agli eroi del Suikoden. Kuniyoshi è un vero maestro di questo genere, per il quale predilige il formato del trittico: le scene sono curate nei minimi particolari, estremamente vivide e colorate, e sprigionano una forte energia.
La quarta sezione è dedicata ai giochi e parodie, ciò che rende Kuniyoshi un artista unico ed eclettico. Gli animali sono i protagonisti della scena, impegnati in svariate attività umane, come ad esempio nelle case di piacere; ci sono poi le stampe con i giochi d’ombre e le celebri stampe con ritratti di figure femminili e maschili realizzate con composizioni di figure umane più piccole, con le quali Kuniyoshi si è procurato l’appellativo di “Arcimboldo del Giappone”. La quinta e ultima sezione è dedicata a una grande passione di Kuniyoshi, che lo ha reso famoso in tutto il mondo, cioè i gatti, colti in diversi momenti e atteggiamenti tipicamente umani.
La mostra l’ho trovata molto ben allestita e ricca di stampe, un ottimo modo per conoscere l’opera eccentrica di Kuniyoshi, così distante, ma per certi versi anche molto più divertente, dai classici temi dell’ukiyo-e, incarnati dai maestri Hokusai e Hiroshige. Qui possiamo entrare in contatto con il mondo fantastico e bizzarro così amato in Giappone, in cui tutto è colore e movimento, e le stampe sembrano quasi animarsi di vita propria. Personalmente, preferisco sempre Hiroshige tra i grandi dell’ukiyo-e, ma Kuniyoshi merita senz’altro una conoscenza più approfondita, mentre le sezioni che ho preferito in assoluto della mostra sono quelle relative agli animali e alle parodie: un mondo divertente e piena di vitalità, in cui sembra realmente di immergersi nell’atmosfera tipica del periodo Edo. Alla fine della mostra, direi che non potete assolutamente perdere il book shop: c’era davvero un’ampia selezione di articoli bellissimi tra cui scegliere, borse, stampe, libri. Io non ho potuto fare a meno di acquistare la shopper con i gatti, una passione che condivido con Kuniyoshi! 🙂
Info utili:
Kuniyoshi. Il visionario del mondo fluttuante. Dal 4 ottobre 2017 al 28 gennaio 2018
Museo La Permanente – Via Turati 34
Ingresso: tutti i giorni dalle ore 9,30 alle 19,30. Ultimo ingresso un’ora prima della chiusura
Biglietto: 13 € (intero) 11 € (ridotto)
Alla fine di una mostra così ben curata e interessante, e dopo esserci dati allo shopping compulsivo, sicuramente la fame inizia a farla da padrone, potevo dunque esimermi dal provare un ristorantino giapponese? Direi proprio di no!
Pranzo a base di okonomiyaki: Maido
Era tantissimo che volevo provare questo locale, ricordo le prime foto che mi è capitato di vedere su Instagram che avevano decisamente catturato il mio interesse e be’, devo dire che le mie aspettative non sono state deluse. Sono stata alla sede di via Cagnola, vicino al parco Sempione: il locale è piccolo e molto curato, con la cucina a vista e l’immagine di Marrabio ad accogliere i clienti! 😀 Ho voluto assolutamente provare l’okonomiyaki e devo dire era ottima, una delle migliori mangiate fuori dal Giappone. Il tutto accompagnato da onigiri con gamberi e avocado, edamame e una kirin. In tutto ho speso circa una ventina di euro, un prezzo a mio avviso giusto per la qualità dei prodotti. Ne sono rimasta davvero soddisfatta, e sicuramente farò ritorno nella mia prossima capatina a Milano, non posso che consigliarvelo, se già non lo conoscete!
Info utili:
Maido: http://www.maido-milano.it
Via Luigi Cagnola, 4
Telefono: 02 3360 3930
Il giorno dopo invece, ho deciso di concedermi una bella pausa rilassante prima di prendere il treno per tornare a Roma.
Matcha a colazione: Macha Café
Un altro localino delizioso che desideravo visitare da tempo: anche in questo caso galeotto fu l’Instagram, con le bellissime immagini di colazioni, pranzi, brunch, tutto a base di matcha. Il locale è a dir poco adorabile negli arredi e nell’accoglienza, ho avuto modo di provare la nuova sede di Corso di Porta Vittoria (penso abbia inaugurato proprio in quei giorni!) e ci siamo trovati davvero bene. Ne abbiamo approfittato per una super colazione salata poco prima del treno che ci riportava a Roma: un avocado toast con salmone, e un pancake al matcha con salmone, formaggio e uovo. Una bomba di energia, ma davvero eccezionale. Come dolcetto poi ci siamo concessi una caprese al matcha, davvero buona e delicata. Ma i dolci secondo me meritano tutti una menzione speciale: dal tiramisù, al plumcake alla cheesecake, sembravano tutti a dir poco deliziosi. Anche qui conto di tornarci al più presto, anzi sarebbe bellissimo se aprissero una sede anche a Roma! 😀
Info utili:
Macha Café: http://machacafe.strikingly.com
Corso di Porta Vittoria, 13 – Viale Francesco Crispi, 15
Telefono: 02 4547 3046