Approfittando di un tranquillo week-end di novembre, ne ho approfittato per fare una breve scappata a Milano e visitare finalmente la mostra dedicata a Hokusai, Hiroshige e Utamaro, una magnifica esposizione che potrete ammirare presso Palazzo Reale fino al 29 gennaio 2017, promossa dal Comune di Milano‐Cultura, Palazzo Reale e MondoMostre Skira, e curata dalla professoressa Rossella Menegazzo.
Dal comunicato stampa ufficiale:
HOKUSAI, HIROSHIGE, UTAMARO
22 settembre 2016 – 29 gennaio 2017
Gli uomini e gli animali, gli umili testimoni dell’esistenza quotidiana, la leggenda e la storia, le solennità mondane e i mestieri, tutti i paesaggi, il mare, la montagna, la foresta, il temporale, le tiepide piogge delle primavere solitarie, l’alacre vento agli angoli delle strade, la tramontana sull’aperta campagna, i volti delicati delle donne.
Tutto questo, più il mondo dei sogni e il mondo del meraviglioso, sono i soggetti prediletti dei tre artisti per eccellenza del “Mondo Fluttuante” (l’ukiyo-e): Hokusai, Hiroshige e Utamaro. Proprio ai tre artisti dell’ukiyo-e è dedicata la mostra che si apre il 22 settembre 2016 fino al 29 gennaio 2017 a Palazzo Reale a Milano e che, attraverso 200 silografie policrome e libri illustrati provenienti dalla prestigiosa collezione del Honolulu Museum of Art, propone un viaggio nel mondo artistico e umano dei tre maestri, che ancora oggi, come nei secoli precedenti, hanno influenzato scuole e artisti del Giappone e dell’Europa, contrapponendo all’etica del samurai il godimento del singolo momento, il piacere, il divertimento in ogni sua forma.
200 opere esposte suddivise in sei sezioni, per un viaggio all’interno delle stampe del mondo fluttuante, stampe che raggiunsero l’apice della popolarità tra il XVIII e il XX secolo, il cui successo fu determinato dalla ricca borghesia di città che richiedeva opere non più legate alle antiche tradizioni, ma rappresentative della società contemporanea e dei suoi costumi. I temi di queste stampe, soprattutto quelle del primo periodo, sono diversi da quelli canonici della pittura giapponese, il cui repertorio si basava su esecuzioni convenzionali di paesaggi, fiori, animali e stagioni. L’attenzione degli artisti dell’ukiyo-e si sposta dal paesaggio agli uomini e la loro opera intende rappresentare il mondo e i vari aspetti della vita della popolazione della città e della cultura urbana. Questo fino all’avvento di Hokusai e Hiroshige, quando l’attenzione venne spostata nuovamente sugli aspetti della natura, sebbene in modo sensibilmente diverso da quanto fatto in passato.
Le sei sezioni della mostra si articolano in questo modo: Paesaggi e luoghi celebri: Hokusai e Hiroshige; Tradizione letteraria e vedute celebri: Hokusai; Rivali di “natura”: Hokusai e Hiroshige; Utamaro: bellezza e sensualità; I Manga: Hokusai insegna.
Molto bella la parte dedicata alle 36 vedute del Monte Fuji di Hokusai e alle 53 stazioni del Tōkaidō, mentre mi è molto dispiaciuto vedere Utamaro rilegato in fondo alla mostra con una selezione tutto sommato poco approfondita.
Ecco a voler cercare un po’ il pelo nell’uovo in un’esibizione che merita tanto e che permette di ammirare in Italia innumerevoli xilografie giapponese (evento più unico che raro), è che nonostante nel titolo compaiano i 3 grandi nomi dell’Ukiyo-e, di fatto il grosso dell’approfondimento è tutto su Hokusai, una scelta che comprendo ma che trovo, se mi si passa il termine, un po’ “commerciale”, mentre sarebbe stato bello permettere al pubblico italiano di scoprire nomi un po’ meno conosciuti. Insomma, le persone erano, ovviamente, tutte ammassate di fronte alla grande onda di Kanagawa, mentre la parte finale dedicata a Utamaro era quasi vuota. Anche la selezione di stampe di Hiroshige devo ammettere che non mi ha entusiasmato, ma qui riconosco che è perché vengo da un’esperienza passata, quella della mostra dedicata appunto a Hiroshige svoltasi a Roma nel 2009, che ha permesso davvero al pubblico di avere una visione completa di questo artista che, personalmente, preferisco anche a Hokusai nelle stampe dedicate alla natura.
Ecco, probabilmente è sbagli fare paragoni, ma mentre la mostra del 2009 l’ho trovata molto messa a fuoco e divulgativa (sicuramente anche perché dedicata esclusivamente a un artista), quest’ultima l’ho trovata vagamente più confusionaria. Ma ovviamente senza nulla togliere alla grandezza di questa esposizione, che come ho detto mi è molto piaciuta e che consiglio di visitare assolutamente. Il mio punto di vista è dettato soprattutto dalla mia passata esperienza con altre mostre, e dal mio lavoro di divulgazione della cultura giapponese in Italia.
Se poi volete saperne un po’ di più sulle stampe del mondo fluttuante, qui trovate un mio vecchio articolo dedicato all’Ukiyo-e, mentre per la mostra di Milano, vi rimando direttamente al loro sito.
Se potete, vi consiglio di visitare la mostra nei giorni feriali, dato che il week-end è letteralmente presa d’assalto (le prime sale sono state un incubo da vedere di sabato pomeriggio), e viste le lunghe code, se non vi va di attendere potete acquistare i biglietti in anticipo qui.
Info Utili:
ORARI
Lunedì, Martedì, Mercoledì: 09.30 – 19.30
Giovedì: 09.30 – 22.30
Venerdì, Sabato, Domenica: 09.30 – 19.30
La biglietteria chiude un’ora prima
PREZZI BIGLIETTI
INTERO € 12
RIDOTTO € 10
RIDOTTO CARD MUSEI LOMBARDIA e CLUB SKIRA € 8