Estate giapponese 2014: Sake e antichi romani dagli occhi a mandorla

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A dispetto della pioggia e delle previsioni nefaste che stanno caratterizzando questo mese di luglio molto poco estivo, e decisamente troppo autunnale, anche quest’anno si è svolta all’isola del Cinema l’Estate Giapponese, giunta ormai alla sua sesta edizione. La due giorni dedicata al cinema, cultura e cibo del Sol levante ha fatto nuovamente incursione nell’estate romana, anche se quest’anno in maniera molto più modesta rispetto alle edizioni precedenti, con poche attività seppur ben pensate. La serata inaugurale a cui ho partecipato prevedeva la proiezione del film Thermae Romae II di Takeuchi Hideki (presentato già in anteprima al Far East Film Festival di quest’anno), seguito del supersuccesso di botteghino Thermae Romae, che narra delle bizzarre avventure e assurdi viaggi nel tempo tra antica Roma e Giappone moderno dell’architetto romano Lucius Modestus, tratto dall’omonimo manga di successo di Mari Yamazaki.

Mini don al salmone e sake
Mini don al salmone e sake

Anche quest’anno, è stata nuovamente l’occasione per respirare un po’ di atmosfera da matsuri estivo e sentirsi almeno per una sera in Giappone. Poche le attività previste in questa edizione, l’invito alla calligrafia a cura della maestra Taki Kodaira, che si è svolto all’ingresso, e un breve concerto di koto della maestra Fuyuki Enokido che ha preceduto la proiezione del film. Anche il menù degustazione quest’anno è stato abbastanza scarsino, niente a che vedere con i deliziosi yakisoba serviti l’anno scorso, accompagnati da sushi e pollo karaage. Il menù infatti era composto solamente da un mini-don (un po’ troppo mini per il mio stomaco affamato!) a scelta tra salmone e pollo, e senbei, da accompagnare alla degustazione di sake, probabilmente il vero protagonista della serata.

Era possibile scegliere due tra le cinque tipologie sake proposte, sake fatto venire direttamente dal Giappone (il sake che si trova in Italia, di solito, viene dalla Germania): tre di tipo karauchi, cioè secco, e due amakuchi, cioè sake dolce. Io ho assaggiato due sake secchi, uno proveniente dalla zona di Hiroshima, molto aromatico e forte, l’altro invece di Yamaguchi, il Dassai 23 Junmai Daijingyo, un tipo di sake piuttosto pregiato (e costoso, pare), caratterizzato da un aroma delicato. Non sono un’esperta in materia, quindi la mia disquisizione sui sake termina qui, anche se devo dire mi sono piaciuti molto entrambi.

La fila per i mini don
La fila per i mini don
Lezioni di calligrafia
Lezioni di calligrafia

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Teru teru bozu contro la pioggia
Teru teru bozu contro la pioggia
Mini donburi al salmone
Mini donburi al salmone

La proiezione del film è stata preceduta dai saluti istituzionali di rito (quest’anno particolarmente lunghi) e da una breve ma molto intensa esecuzione di koto, tradizionale strumento a corda giapponese, dal suono delicato e inconfondibile, in grado di trasmettere immediatamente la sensazione di essere in Giappone: basta chiudere gli occhi e sembra di essere trasportati in un altro luogo, in un altro tempo.

La maestra Fuyuki Enokido al koto
La maestra Fuyuki Enokido al koto

Ecco qui un breve video della performance di martedì sera, giusto per darvi l’idea e per farvi sentire un po’ come se stessimo in Giappone.

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È stata una serata molto piacevole e che come al solito ha richiamato moltissime persone appassionate di Giappone, nonostante il tempo poco propizio (anche se alla fine, fortunamente è uscito il sole, sicuramente merito dei teru teru bozu ^^). Mi è solo dispiaciuto che quest’anno le attività proposte sono state poche dando all’evento una sensazione di pochezza rispetto ai “fasti” delle edizioni precedenti, in cui è stato possibile assistere a spettacoli, danze, canti tradizionali, mercatini, ricche degustazioni e tutto ciò che contribuisce a creare una vera serata dall’atmosfera giapponese, che quest’anno purtroppo si è sentita poco. Sarà la crisi economica, saranno i tagli ma penso sia un vero peccato non investire di più in questo tipo di attività, e spero che la prossima edizione sia un pochino più corposa rispetto a quella di quest’anno.

Nel prossimo post, la recensione di Thermae Romae II.

 

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